Piccoli episodi che fanno la differenza
Domenica 19 gennaio vado all’auditorium di Roma per assistere a uno spettacolo di Paolo Fresu su Chet Baker, con Monica che ha deciso di farmi questo bellissimo regalo.
Io ancora non mi abituo ai “privilegi” che abbiamo come invalidi. Farò arrabbiare molti, costretti in sedia a rotelle e che si trovano in difficoltà a girare per Roma, ma io che ho ancora una buona mobilità apprezzo molto le agevolazioni che ricevo, e mi sorprendo ogni volta. Come ad esempio l’aver visitato una settimana prima il MAXXI per vedere la mostra bellissima di Maria Lai, entrando gratuitamente, così come la mia accompagnatrice.
Comunque arriviamo all’Auditorium e il vigilantes ci fa entrare e parcheggiare quasi di fronte all’ingresso della sala. Non mi pare vero. C’è tantissima gente, non solo per Paolo Fresu. Scopriamo che in programma quella sera c’è pure Niccolò Fabi.
Ci mettiamo in fila per ritirare i biglietti acquistati on-line: un lungo serpentone. Allora mentre Monica resta in fila, vado a cercare una scorciatoia. Alla biglietteria per la stampa chiedo a una signora se fosse previsto un sistema che permettesse agli invalidi di aggirare la fila. Lei mi guarda, mi dice di no, io le rispondo con un sorriso e ritorno in fila.
Dopo pochissimo, mi si avvicina la signora di prima e con tono perentorio mi dice che non avevo capito bene e che dovevo rivolgermi a un altro sportello. “Mi segua”. Usciamo dalla fila, e intanto mi bisbiglia le scuse per il tono. Arriviamo davanti allo sportello principale, lei entra e ci prende i biglietti.
Avrei voluto abbracciarla, mi ha commosso. Non so neanche il suo nome. Ma è il tipo di persona che mi emoziona. Non era previsto un percorso per invalidi ma lei ha deciso che poteva essere di aiuto, mi ha fatto uscire dalla fila con un tono quasi aggressivo, di rimprovero, per non far capire agli altri che stava facendo un favore, è entrata lei nella biglietteria e ha aggirato la fila per noi.
Finché ci saranno persone che decidono cosa è giusto, al di là delle regole formali, e si assumono la responsabilità di adottare comportamenti conseguenti, in modo professionale ma umano, beh, continuerò ad amare Roma. E ad avere fiducia nella gente. Sembra una stupidaggine, ma continuo a ripensarci. Sono gli episodi che ti cambiano la giornata.
E comunque lo spettacolo di Paolo Fresu è stato bellissimo! E magari scrivo all’Auditorium proponendo uno sportello specifico per gli invalidi, così non dobbiamo dipendere dall’intelligenza dei singoli.
1 Commento
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Cara Francesca, sono d’accordo su tutto tranne su una cosa: non è Roma, è la gente buona. Per fortuna c’è dappertutto, con distribuzione capillare, in tutti i luoghi, con tutti i colori addosso. Solo gli stupidi sono distribuiti ancora più puntigliosamente e uniformemente. Nuotiamo in un mare di stupidità sperando che fra una boa di sensibilità e intelligenza e la successiva non ci siano più di dieci bracciate.