Inizia il percorso
“Si trovi un chirurgo“.
Come e dove si trova un chirurgo?
Come si fa a congedarsi da un paziente con una frase simile?
Vado in ufficio e alzo il telefono. Parlo con Giuseppe, amico medico. Giuseppe mi consiglia di telefonare all’ospedale Gemelli, di prendere un appuntamento in intramoenia con un chirurgo. Mi spiega che il meccanismo è questo: se ti devi operare, prendi appuntamento a pagamento, poi il chirurgo dopo la visita ti mette in lista di attesa, inserendoti così nel sistema pubblico e ti fa ricoverare in ospedale per operarti… Ma veramente? Cado dal pero. Non avendo mai avuto la necessità, non ho esperienza, ma mi sembra assurdo. Si paga per entrare. Questo sembra.
Francesca, la mia dottora, mi dice che si informa con i colleghi per capire a chi rivolgersi.
Anna Maria, invece, mi dice di bloccare tutto, che non c’è nessuno su Roma dal quale si farebbe toccare il pancreas. Assolutamente. E che mi metterà in contatto con Verona, vera eccellenza nel campo. Essendo dottora, fa da tramite con i colleghi di Verona (molti dei quali sono romani), i quali mi prendono appuntamento per la biopsia. Vado a farla il 21 novembre 2017: esame citologico con ago aspirato.
Visto però che devo andare a Verona, tanto vale cercare di sfruttare al meglio la trasferta. Quindi, piuttosto che prenotare in un triste Bnb del centro, decido di premiarmi, e prenoto una stanza in Valpolicella (a Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel & SPA), e mi faccio accompagnare da Adelaide, amica di avventure e di tanti momenti di vita. Mi rifiuto infatti di fare tutto il viaggio in treno con mia madre che mi guarda con aria triste, cerca di darsi un tono e soffre tutto il tempo. Per me non è un viaggio all’inferno né il percorso verso il patibolo. Due giorni di vacanza con la mia amica, interrotti solo da un ago infilato nello sterno.
Non vedo l’ora di tuffarmi in acqua; l’acqua calda da un po’ di tempo ha un forte richiamo per me. Andiamo di corsa per goderne il più possibile prima dell’orario di chiusura (il giorno dopo non si può fare: dopo la biopsia i bagni caldi sono sconsigliati), le foto della spa sono spettacolari.
…. peccato che ci tengono i corsi di acquaticità dei neonati, quindi quando arriviamo ci sono almeno dieci coppie in acqua con pargoli che strillano (sul sito c’è scritto che alla spa c’è il divieto di accesso ai minori di 16 anni). Pazientiamo, prima o poi andranno a casa, avranno fame. Ci godiamo infatti la spa in solitudine e relax per 15-20 minuti, e poi stum, stum, UNO, DUE, TRE, QUATTR, UNO DUE, TRE, QUATTR … partono gli altoparlanti a palla per un frequentatissimo corso di acquagym. Incubo puro. Mai più: la prossima volta mi informo prima al telefono. Ci consoliamo con uno spettacolare risotto all’Amarone. Ancora ne sento il sapore.
DIAGNOSI della biopsia: “Il quadro citologico, pur nell’esiguità del materiale, è compatibile con adenocarcinoma duttale del pancreas.“
A Verona mi dicono che vista la posizione del tumore, è meglio fare la chemioterapia neoadiuvante. 3-4 mesi di chemio, così poi operare sarà più semplice e meno rischioso. La ricerca ormai suggerisce che fare precedere un’operazione al pancreas da alcuni mesi di chemioterapia migliora le probabilità di successo. Ma mi suggeriscono di fare la chemio a Roma, per non fare la pendolare. Mi indicano l’oncologo Michele Milella, dell’Istituto Nazionale Tumori, detto anche IFO.
Inizio piano piano a capire. Quando hai un tumore al pancreas, devi muoverti veloce. Più veloce del tumore. Se è operabile, il tuo referente è il chirurgo, se non lo è, oppure non lo è ancora, il tuo referente è l’oncologo. E inizio a capire che se i chirurghi esperti di pancreas sono pochissimi, non ci sono nemmeno molti oncologi che hanno approfondito il pancreas. Però ora che mi hanno bucato, ho capito più o meno dove è questo pancreas. E su internet sfoglio qualche immagine.
3 Commenti
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Ma… Non si può rimuovere il pancreas? Perdona la domanda scema ma a mio padre, a seguito di un incidente grave lo tolsero e non ebbe mai problemi…
Beh, se gli hanno asportato il pancreas come minimo gli è venuto il diabete, oltre ad altri problemi dovuti alla mancanza di certi enzimi digestivi.
Claudia, come dice Sandra, in effetti si può vivere senza pancreas, ma il disagio è tale che non ci si toglie il pancreas per prevenire un cancro, anche perché le probabilità non sono tanto elevate da giustificare una menomazione di questo tipo.